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Biagio Marin (Grado 1891-1895) è stato poeta e scrittore italiano, noto soprattutto per le sue poesie in graesano (inserito nell’antologia di poesia dialettale di Pier Paolo Pasolini del 1952). Ogni angolo di Grado riecheggia le sue rime, dal porto alle calli e alla laguna. Marin frequentò il Stadtgymnasium di Gorizia quando la città era ancora sotto l’Impero austroungarico e qui sviluppò la sua fede irredentista. Sempre a Gorizia negli anni del primo dopoguerra, si dedicò all’insegnamento e frequentò l’élite culturale goriziana (tra cui Carlo Michelstaedter). A Gorizia dedicò una raccolta di poesie nel 1940, ripresa nel 1956 e integrata nel titolo con la dicitura di “città mutilata”.

La casa di BIAGIO MARIN sorge nelle immediate vicinanze del Campo dei Patriarchi, su cui affacciano le chiese paleocristiane gradesi, testimoni della delle antiche glorie dell’isola come sede di Patriarchi di Aquileia prima e di Grado poi. Il padre Antonio gestiva un’osteria frequentata da pescatori e artigiani e lo portava spesso con sé sul suo trabiccolo a comprare vino e olio in Istria. Fu direttore dello stabilimento dei bagni e delle terme marine dal 1923 al 1938, costretto a lasciare perché sospettato di attività antifasciste. La poesia di Marin si respira ovunque a Grado, tra calli e campielli del centro storico, lungo la diga anche detta il Reparo, e in laguna.