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Trieste - piazza della Borsa e il poeta e scrittore Gabriele D'Annunzio

In occasione del centenario dell’Impresa di Fiume, su una panchina accanto alla fontana di Nettuno in piazza della Borsa a Trieste, il 12 settembre 2019 è stato collocato un ritratto in bronzo di Gabriele d’Annunzio. Partendo dalla vicina Ronchi (che da allora si chiama “dei Legionari”), il poeta radunò alcuni irriducibili, cui si aggiunsero truppe regolari, e mosse alla conquista della città di Fiume, il cui possesso era stato rivendicato dalla delegazione italiana al tavolo delle trattative di Parigi. Entrato in città, D’Annunzio ne dichiarò l’annessione al Regno d’Italia, nonostante la contrarietà del governo di Roma. La firma del trattato di Rapallo (12 novembre 1920) proclamò Fiume città libera e D’Annunzio fu costretto a lasciarla. A Trieste D’Annunzio era già stato nel 1902 per un soggiorno di tre settimane presso l’Hotel de la Ville assieme alla diva Eleonora Duse durante la loro burrascosa relazione. In Piazza della Borsa, una delle principali piazze di Trieste, si possono apprezzare i diversi stili architettonici che contraddistinguono la città sviluppatasi alla base della collina a partire dalla metà del 1700. Il maestoso edificio neoclassico della Borsa Vecchia (attuale sede della Camera di Commercio) è fronteggiato da Casa Bartoli (1905), mirabile opera in stile Jugendstil dell’architetto goriziano Max Fabiani. Poco più avanti (civico n. 8) Casa Prandi è un palazzo neoclassico in cui si apre la Portizza, che collega al vecchio ghetto ebraico. Casa Romano (all’angolo con via Roma), edificata da un ignoto architetto lombardo per un sarto viennese intorno al 1870, è un esempio di declinazione Rococò dello stile Barocco, restaurata nel 1919-1920 con aggiunta di una loggia centrale. Sembra che i lineamenti del volto del sarto che fece costruire la casa per ospitarvi il suo atelier si debbano identificare con la testa d’uomo scolpita in chiave al portone principale. Sulla piazza affaccia anche il retro di Palazzo Tergesteo, imponente immobile a destinazione mista in stile Neoclassico, costruito in soli due anni e completato nel 1842. Attraversando il palazzo dalla galleria interna si giunge in Piazza Verdi, che prende il nome dal Teatro dell’opera e del balletto. Perfetto esempio di stile Neoclassico, il Teatro Verdi ricorda nelle forme la Scala di Milano poiché l’architetto che lo progettò, Matteo Pertsch, fu allievo di Giuseppe Piermarini all’Accademia di Brera. Inaugurato nel 1801, fu rinominato nel 1901 e dedicato al compositore italiano che per questo teatro aveva composto l’opera Stiffelio nel 1850.

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Piazza della Borsa 34121 Trieste

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