Monumento

Sagrado e il poeta Giuseppe Ungaretti

Giuseppe Ungaretti (Alessandria d’Egitto 1888 – Milano 1970) visse l’esperienza della Grande Guerra in prima linea sul Carso, richiamato alle armi nel 1915. La prima poesia dal fronte è datata 22 dicembre 1915. Trascorre l'intero anno successivo tra prima linea e retrovie e scrive tutto "Il porto sepolto". La sua esperienza tragica si consuma tra San Martino e San Michele in prima linea e a Santa Maria la Longa nei periodi di riposo. Tornerà a visitare questi luoghi nel 1966 in occasione di un convegno sulla poesia a Gorizia e lascia queste riflessioni: Ho ripercorso ieri qualche luogo del Carso. Quella pietraia – a quei tempi resa dalle spalmature bavose di fanga colore di sangue già spento, infida a chi, tra l’incrocio fitto delle pallottole, l’attraversava smarrito nella notte – oggi il rigoglio dei fogliami la riveste. È incredibile, oggi il Carso appare quasi ridente. Pensavo: ecco il Carso non è più inferno, è il verde della speranza; ecco, pensavo, invita a raccolta chi si propone di diffondere poesia, cioè fede e amore. 

Scritte in forma diaristica, le poesie di guerra di GIUSEPPE UNGARETTI riportano il luogo e la data in cui furono composte sotto la furia dei bombardamenti e nei lunghi momenti di ozio della vita di trincea. Una delle sue più note poesie fu composta nel Valloncello dell’albero isolato, a pochi passi dalla cima del Monte San Michele, area sacra alla patria. Un percorso museale all’aperto conduce alla scoperta di resti di trincea e memorie di guerra, tra cannoniere, presidi militari e lapidi in memoria del sacrificio di tanti. Quassù GIUSEPPE UNGARETTI trasse ispirazione per la scrittura della sua poesia Mattina, di fatto redatta durante un periodo di pausa in retrovia, a Santa Maria la Longa. Al paese di San Martino del Carso, simbolo della furia bellica poiché finito nel cuore del teatro di guerra che vide affrontarsi gli eserciti italiani e austroungarici dal  1915 al 1917, sfollato, depredato e bombardato, una pietra riporta i brevi e intensi versi che GIUSEPPE UNGARETTI dedicò al paese. Allestito nel comprensorio della villa e del parco dell’azienda vinicola Castelvecchio, il Parco Ungaretti, di proprietà dell'Associazione Amici di Castelnuovo di Sagrado, accompagna i visitatori alla scoperta della relazione esistente tra paesaggio carsico, Grande Guerra e Giuseppe Ungaretti. Le installazioni si ispirano ai celebri versi che il poeta compose durante la sua esperienza di trincea tra le alture sovrastanti Sagrado. 


Written like a diary, Giuseppe Ungaretti's war poems report the place and day he composed them, under the fury of shells or during the long idle spells of life in the trenches. One of his best known poem was written in the so-called “Valloncello dell’albero isolato”, few steps away from the top of Mount San Michele, now a sacred area for Italy. An open-air museum itinerary will lead you through vestiges of trenches and was memories, cannon embrasures, military strongholds and stone slabs recalling the sacrifice of several soldiers. Up here, Giuseppe Ungaretti was inspired to compose his most famous poem “Morning”, which in fact he wrote during a break in the rear guard of Santa Maria la Longa. The village of San Martino del Carso is a symbol of the ravages of the war as it lay in the midst of the fighting between the Italian and Austro-Hungarian troops from 1915 to 1917. Evacuated, pillaged and bombed, the village was chanted by the poet in few intense verses you’ll find written on a stone in the village.  In the greenery around a villa belonging to the winemaking farm Castelvecchio, Parco Ungaretti is a literary park dedicated to the poet, owned by the Association “Amici di Castelnuovo” from Sagrado. Visitors are invited to discover the relationship between the landscape of the Karst, the Great War and the poems of Giuseppe Ungaretti, with a number of installations inspired to the famous verses the poet wrote during his experience of life in the trenches on the hills above Sagrado.  

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Parco Ungaretti, 34078 Sagrado

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