Monumento

Colloredo di Montalbano - castello e lo scrittore Ermes di Colloredo

Nel Friuli collinare si erge il Castello di Colloredo che risale al XIV secolo. Le caratteristiche residenziali  ebbero presto il sopravvento su quelle difensive facendolo diventare un'articolata serie di edifici. Al suo interno sono conservate decorazioni di Giovanni da Udine. Qui Ippolito Nievo, discendente in linea femminile dal casato dei conti di Colloredo Mels, usava passare i suoi periodi di svago ed è ancora qui che il poeta garibaldino scrisse, tra il 1857 e il 1858, la sua opera Confessioni di un italiano. Nella trasposizione letteraria, il castello diventa epitome di una cultura ormai scomparsa, custode di alti valori perduti. Il castello di Colloredo, seppur trasfigurato nel mito del castello di Fratta, all’epoca già scomparso, è chiara ispirazione per Nievo: in un celebre passo di Carlo Altoviti, l’ottuagenario che si confessa nelle pagine del romanzo, ricorda di non aver mai visto, nel corso dei suoi lunghi viaggi, “fabbrica che disegnasse sul terreno una più bizzarra figura, né che avesse spigoli, cantoni, rientrature e sporgenze da far meglio contenti tutti i punti cardinali ed intermedi della rosa dei venti”.  Il castello fu dimora di altri letterati della famiglia dei Colloredo, tra cui ERMES DI COLLOREDO, il più noto autore di poesia in lingua friulana, e FRA’ CIRO DI PERS. Non distante da Colloredo, in posizione strategica sulle colline circostanti, sorgono diversi altri castelli:  Susans, Ragogna, Rive d'Arcano, Villalta, visitabili su prenotazione.

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